Correttivo Cartabia: cosa cambia per i debitori nell’esecuzione forzata?

Il Correttivo della Riforma Cartabia al Processo Civile (D.Lgs. 31 ottobre 2024, n. 164), in vigore dal 26 novembre 2024, introduce alcune modifiche significative in materia di esecuzione forzata. Queste novità, pensate per modernizzare il processo, includono anche disposizioni che potrebbero favorire i debitori, riducendo gli oneri economici e burocratici in diverse situazioni. Tuttavia, permangono alcune criticità che è importante conoscere.
1. Titolo esecutivo anche in duplicato informatico: più trasparenza e meno burocrazia
Con il nuovo art. 475 c.p.c., il titolo esecutivo potrà essere rilasciato anche come duplicato informatico, oltre alla copia conforme all’originale. Questa innovazione, pensata per agevolare la digitalizzazione del processo, offre un potenziale vantaggio anche per i debitori: sarà più facile verificare la validità del titolo e contrastare eventuali irregolarità.
2. Nuovi requisiti per il precetto: più chiarezza per il debitore
L’art. 480 c.p.c. introduce nuove informazioni obbligatorie nell’atto di precetto, tra cui:
- Il giudice competente per l’esecuzione.
- L’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del creditore o il suo domicilio digitale.
Queste modifiche garantiscono al debitore una maggiore chiarezza sul tribunale che dovrà occuparsi della procedura e sui riferimenti del creditore. Inoltre, nel caso in cui il precetto sia incompleto, sarà più semplice proporre opposizione al precetto, con la sicurezza che le comunicazioni saranno ricevute regolarmente presso la cancelleria del giudice.
3. Forma del pignoramento: avvisi chiari al debitore
L’art. 492 c.p.c. stabilisce che, oltre agli altri contenuti obbligatori, l’atto di pignoramento deve includere un invito al debitore a comunicare:
- La propria residenza o domicilio presso il circondario del giudice competente.
- Un indirizzo PEC o un domicilio digitale.
Se il debitore non fornisce queste informazioni, tutte le notifiche successive saranno inviate alla cancelleria del giudice. Questo sistema, pur semplificando le comunicazioni, potrebbe rappresentare un problema per chi non è avvezzo all’uso della PEC o delle tecnologie digitali. È quindi fondamentale che i debitori prestino attenzione a queste nuove regole per evitare di perdere notifiche importanti.
4. Conversione del pignoramento: depositi iniziali più bassi
Uno dei cambiamenti più rilevanti è la riduzione della somma iniziale necessaria per presentare l’istanza di conversione del pignoramento (art. 495 c.p.c.). Ora il debitore dovrà versare solo un sesto (invece di un quinto) dell’importo del debito.
Questa modifica rende più accessibile la possibilità di salvare i beni pignorati, in particolare gli immobili, evitando la vendita giudiziaria. Tuttavia, il lato negativo è che, riducendo l’acconto iniziale, le rate successive saranno più alte. Questo potrebbe diventare un problema per i debitori che non riescono a sostenere le rate, con il rischio che la conversione venga revocata.
5. Pignoramenti immobiliari: maggiore trasparenza, ma più obblighi
Con il nuovo art. 557 c.p.c., al momento dell’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare, il creditore deve allegare anche la nota di trascrizione del pignoramento.
Per il debitore, questo rappresenta una garanzia in termini di trasparenza: sarà possibile verificare subito la validità del pignoramento e contestarlo più facilmente in caso di errori. Tuttavia, alcune criticità tecniche potrebbero rallentare le procedure, creando confusione per entrambe le parti.
6. Espropriazione presso terzi: meno notifiche per i debitori
In caso di pignoramento presso terzi (art. 543 c.p.c.), il creditore non sarà più tenuto a notificare al debitore l’avviso di iscrizione a ruolo. Questo snellimento riduce i costi e i passaggi burocratici, ma potrebbe penalizzare i debitori, che rischiano di essere meno informati sull’avanzamento della procedura.
In compenso, il debitore dovrà essere informato immediatamente dal creditore se quest’ultimo riceve il pagamento prima dell’iscrizione a ruolo. Questo garantisce che il debitore non subisca pignoramenti per debiti già saldati.
7. Stop al contributo unificato per le istanze ex art. 492 bis c.p.c.
Grazie al Correttivo, non sarà più necessario pagare il contributo unificato per le istanze di ricerca telematica dei beni da pignorare, tranne in casi eccezionali.
Per i debitori, questa modifica è un vantaggio indiretto: i creditori saranno incentivati a utilizzare gli strumenti digitali per individuare beni aggredibili, riducendo i tempi e i costi delle procedure.
8. Opposizioni più rapide, meno pregiudizi per i debitori
Con le modifiche agli artt. 616 e 618 c.p.c., i termini per proporre opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi sono stati ridotti della metà.
Questo intervento accelera i tempi delle procedure, ma soprattutto riduce il rischio di danni per il debitore, che potrà ottenere più rapidamente una decisione su eventuali opposizioni e, in caso di errore del creditore, scongiurare conseguenze gravi.
Conclusioni: vantaggi e criticità per i debitori
Il Correttivo Cartabia introduce alcune novità potenzialmente favorevoli ai debitori, come la riduzione degli importi iniziali per la conversione, l’eliminazione del contributo unificato e l’obbligo di trasparenza per i creditori. Tuttavia, la maggiore digitalizzazione delle procedure richiede ai debitori una maggiore attenzione e competenza nell’uso di strumenti telematici, per evitare di perdere notifiche o scadenze importanti.
Per i debitori, è essenziale conoscere queste nuove regole e, se necessario, affidarsi a un avvocato per gestire al meglio eventuali pignoramenti o esecuzioni.
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