A dimly lit room containing a plastic bag filled with trash, emphasizing waste and recycling.

Tari non pagata? Potresti ritrovarti il conto corrente pignorato

Tari: busta della spazzatura in casa.

A Vasto, diversi cittadini hanno avuto una spiacevole sorpresa: il pignoramento del proprio conto corrente a causa di mancati pagamenti della Tari, la tassa sui rifiuti. Il Comune ha affidato la riscossione del tributo a una società di Verona, che ha attivato la misura anche per importi modesti, creando disagi notevoli ai contribuenti colpiti.

Quando basta una dimenticanza per trovarsi il conto bloccato

Tra i casi più emblematici, quello di una giovane professionista vastese che ha raccontato la sua esperienza. “Ad agosto ho ricevuto una PEC di sollecito per il pagamento della Tari del 2019, circa 350 euro. Ero molto impegnata col lavoro e ho rimandato il versamento, convinta di poterlo fare con calma. A fine ottobre mi sono recata presso gli uffici di Credit Network and Finance (CNF) per saldare il dovuto, ma ho scoperto che lo sportello si era trasferito nel centro storico cittadino. Nei giorni successivi, però, mi sono ritrovata il conto corrente bloccato. Capisco di essere in difetto, ma trovo eccessivo subire un pignoramento per una cifra così contenuta”.

Il punto di vista della società di riscossione

Dagli uffici della CNF spiegano che il pignoramento è una delle modalità di recupero previste dalla legge. “Si tratta di una procedura attivata solo dopo ripetuti solleciti e comunicazioni ufficiali”, riferisce un addetto, “e la decisione viene presa dalla nostra sede centrale a Verona”. Tuttavia, l’adozione di questa misura sembra rappresentare una novità nella gestione della Tari a Vasto.

Cosa prevede la legge sul pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente è una misura esecutiva utilizzata per il recupero di crediti nei confronti di chi non paga tributi locali come la Tari. A differenza del pignoramento presso terzi promosso da soggetti privati, in questi casi non è necessaria l’autorizzazione del giudice. La società incaricata della riscossione può agire automaticamente trascorsi 60 giorni dalla comunicazione ufficiale inviata al debitore.

La procedura prevede che l’importo pignorato sia pari alla somma dovuta, ma solo se il conto presenta una giacenza sufficiente. In caso contrario, l’esattore può prelevare quanto disponibile, lasciando un credito residuo per la parte mancante. Questa misura, sebbene legittima, è particolarmente invasiva e può causare gravi difficoltà a chi utilizza il conto per le spese quotidiane.

Critiche e riflessioni

Se da un lato il pignoramento rappresenta uno strumento efficace per contrastare l’evasione fiscale, dall’altro suscita polemiche per la sua severità, soprattutto quando applicato per importi di modesta entità. Situazioni come quella vissuta dalla professionista vastese sollevano interrogativi sull’equilibrio tra il diritto degli enti locali di riscuotere i tributi e la necessità di tutelare i cittadini da misure sproporzionate.

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