Casa all’asta: quali diritti ha il debitore quando ci vivono bambini o persone con disabilità?
Perdere la propria casa è un’esperienza devastante, soprattutto quando coinvolge famiglie con bambini o persone fragili. È naturale chiedersi se ci siano tutele che possano impedire o almeno rallentare una procedura di vendita all’asta in queste circostanze. Analizziamo cosa prevede la legge e quali possibilità hanno i debitori in difficoltà.

Un dramma per tante famiglie italiane
La casa rappresenta per molti il cuore della propria vita, il rifugio sicuro in cui vivere con la famiglia. Quando si affrontano problemi finanziari gravi, però, il rischio di perderla diventa concreto. Negli ultimi anni, molte famiglie sono finite in questa situazione a causa del vertiginoso aumento dei tassi sui mutui a tasso variabile. Il mancato pagamento delle rate può portare al pignoramento della casa e alla successiva vendita all’asta.
Cosa accade se in casa vivono minori o disabili?
La legge, purtroppo, non prevede una protezione automatica che possa bloccare la procedura di vendita all’asta se nell’immobile abitano bambini o persone con disabilità. Tuttavia, esistono delle opportunità per difendere i propri diritti e, in certi casi, guadagnare tempo prezioso.
- Diritto a rimanere nell’immobile fino alla vendita
Finché la casa non viene venduta all’asta e l’acquirente non ne prende possesso, il debitore e la sua famiglia possono continuare ad abitare nell’immobile. Questa permanenza, però, non deve ostacolare il normale svolgimento della procedura: ad esempio, il debitore deve consentire ai potenziali acquirenti di visitare la casa. Se ciò non avviene, il giudice potrebbe ordinare lo sgombero immediato. - Riduzione progressiva del prezzo base
Un’asta può andare deserta più volte, soprattutto se il prezzo iniziale è troppo alto. In questi casi, il giudice può ridurre il prezzo base fino a un quarto del valore iniziale e, dopo ulteriori tentativi falliti, arrivare a dimezzarlo. Questa strategia, volta a facilitare la vendita, può talvolta giocare a favore del debitore: se il valore scende al punto da non soddisfare le richieste dei creditori, il giudice potrebbe decidere di estinguere il pignoramento.
Alternative per evitare l’asta
Per chi si trova in difficoltà, è importante esplorare tutte le opzioni prima che la situazione arrivi a un punto di non ritorno. Ecco alcune soluzioni:
- Accordo con i creditori
Prima che il processo di pignoramento si concluda, è possibile negoziare un piano di rientro con i creditori. Molti istituti sono disposti a trovare un compromesso pur di evitare la vendita forzata. - Sospensione temporanea del pignoramento
In casi particolarmente delicati, come la presenza di bambini piccoli o persone con gravi disabilità, si può richiedere una sospensione temporanea, motivando adeguatamente la richiesta e presentando la documentazione necessaria al giudice. - Ricorso a strumenti di ristrutturazione del debito
Alcuni strumenti legislativi, come il piano del consumatore o l’accordo di composizione della crisi, permettono di rinegoziare il debito con i creditori attraverso un tribunale, ottenendo una riduzione degli importi o una dilazione più sostenibile.
Un appello alla sensibilità sociale
Sebbene la legge sia chiara sul fatto che il pignoramento e la vendita all’asta possano procedere anche in presenza di soggetti fragili, è fondamentale che il sistema giudiziario e gli istituti di credito operino con sensibilità. La perdita della casa non deve essere un destino inevitabile per chi attraversa un momento difficile. Informarsi, agire per tempo e chiedere supporto legale possono fare la differenza.
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Un’amica si è trovata in questa situazione: ha una figlia disabile e un’altra disoccupata, ha traslocato e durante il trasloco il marito è deceduto. Ora hanno una situazione economica critica e io Le chiedo se si può ancora fare qualche azione ,dopo due anni la casa non è ancora stata venduta all’asta. Grazie per un suo consiglio
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