Pignoramenti più veloci per chi non paga Imu e Tari: la stretta del governo e la scadenza di 60 giorni

Il governo sta lavorando a una nuova riforma fiscale che punta a rendere più rapide le procedure di riscossione per chi non paga le imposte locali. Tra le misure principali in discussione c’è la riduzione dei tempi per l’avvio delle azioni esecutive: il termine passerebbe dagli attuali 180 giorni a soli 60 giorni per chi non versa Imu, Tari o altri tributi locali.

Pignoramenti: cassonetti della spazzatura neri vicino al giardino.
Pignoramenti più rapidi per chi non paga le tasse locali

La modifica in arrivo punta a velocizzare le procedure di recupero delle somme dovute agli enti locali. In caso di mancato pagamento di tasse comunali, come l’Imu e la Tari, il rischio di pignoramento scatterebbe in tempi molto più brevi rispetto a oggi.

L’obiettivo è quello di uniformare i tempi di esecutività dell’accertamento, sia per chi decide di fare ricorso sia per chi non lo fa. Questo potrebbe tradursi in una maggiore pressione sui contribuenti che si trovano in difficoltà economica.

Migliaia di iscrizioni a ruolo e riscossioni inefficaci

Attualmente, sono migliaia le posizioni iscritte a ruolo per multe e bollette Tari non pagate. I Comuni spesso hanno difficoltà a riscuotere questi crediti, che poi passano all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questa procedura burocratica allunga i tempi e riduce l’efficacia della riscossione.

Con la nuova riforma, i Comuni potrebbero avere più autonomia nel riscuotere direttamente i tributi dovuti, senza dover passare attraverso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, snellendo così l’intero processo.

Problemi di comunicazione tra banche dati

Uno dei motivi per cui la riscossione dei tributi locali è così complessa è la mancanza di coordinamento tra le diverse banche dati. Ad esempio, le informazioni tra Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e società di gestione dei rifiuti non vengono condivise in modo efficace. Questo ostacola il recupero delle somme dovute e rende più difficile per le amministrazioni locali avere un quadro chiaro della situazione.

Possibilità di adesione agevolata senza sanzioni

La riforma prevede anche la possibilità per i Comuni di introdurre sanatorie per chi ha accumulato debiti con le amministrazioni locali. In pratica, i contribuenti potranno regolarizzare la propria posizione evitando o riducendo il pagamento di sanzioni e interessi. Ogni Comune stabilirà i dettagli dell’adesione agevolata, che dovrà avvenire entro un termine minimo di 60 giorni dalla pubblicazione dell’atto sul sito istituzionale.

A causa della difficoltà nella riscossione, i Comuni sono costretti ad accantonare risorse per coprire i crediti non riscossi. Secondo le ultime stime, il fondo crediti di dubbia esigibilità ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro. La situazione è particolarmente critica al Sud, dove l’importo medio per abitante supera di quasi tre volte quello del Nord.

Prescrizione della Tari e delle altre imposte locali

Le imposte locali, come la Tari e l’Imu, sono soggette a prescrizione. Questo significa che, trascorso un certo periodo, il Comune non può più richiedere il pagamento della tassa. Attualmente, il termine di prescrizione è di 5 anni. Ad esempio, la Tari del 2018 è in prescrizione dal 1° gennaio 2024, anche se le proroghe legate al Covid hanno spostato questo termine al 26 marzo 2024.

Conclusioni

La nuova riforma della riscossione locale punta a velocizzare le procedure per il recupero delle tasse non pagate, accorciando i tempi di azione per i Comuni e rendendo più rapida l’esecutività dei pignoramenti. Tuttavia, resta il problema della scarsa comunicazione tra enti e della difficoltà di molte famiglie a far fronte a queste richieste in tempi così ridotti. L’introduzione di sanatorie potrebbe aiutare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione, ma resta da vedere come queste misure verranno applicate nella pratica.

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