Arrestata impiegata per peculato: sottratti 355mila euro dal conto del Comune di Concesio

Arrestata impiegata per peculato: donna in manette che tiene dei soldi.

A Concesio, un comune di 15.700 abitanti nel Bresciano, è emersa una grave vicenda di peculato: una dipendente comunale, addetta alla Ragioneria, è accusata di aver sottratto circa 355mila euro dai conti dell’ente. La somma, pari a un sessantesimo del bilancio comunale del 2023 (21,7 milioni di euro), sarebbe stata trasferita tramite bonifici apparentemente regolari ma destinati al suo conto personale. Le indagini suggeriscono che l’ammontare complessivo potrebbe essere ancora più elevato, considerando che sono in corso verifiche sugli anni precedenti al 2021.

La dipendente, autorizzata a operare sui conti del Comune, è stata posta agli arresti domiciliari. A suo carico è stato disposto il sequestro dei conti bancari, di immobili, terreni e automobili. L’accusa principale è di peculato, aggravata dalla posizione fiduciaria ricoperta.

Come è stata scoperta la truffa

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Brescia e coordinate dalla Procura, sono state avviate dopo una segnalazione dell’Amministrazione comunale. Una banca aveva rilevato anomalie nei movimenti del conto corrente del Comune. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe camuffato i trasferimenti indebiti come mandati di pagamento legittimi, utilizzando intestazioni ingannevoli, come quelle verso l’Agenzia delle Entrate.

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Francesco Maceroni, ha dichiarato che le operazioni fraudolente sono state effettuate in piccole somme mensili per sfuggire ai controlli interni. L’ordinanza cautelare è stata emessa rapidamente, appena dopo le perquisizioni domiciliari, per evitare che l’imputata potesse nascondere ulteriori prove o dissipare il denaro.

Indagini ancora in corso

Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire l’intero schema delle operazioni illecite e di accertare come siano stati utilizzati i fondi sottratti. L’attenzione è focalizzata anche sulle modalità sofisticate con cui l’impiegata avrebbe agito, riuscendo a ingannare i sistemi di controllo dell’ente.

Questo caso sottolinea l’importanza di controlli più stringenti nella gestione delle finanze pubbliche per evitare episodi simili in futuro.

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