Casa pignorata e venduta all’asta: il debito era inesistente per un mutuo nullo

Un debito inesistente e una casa persa ingiustamente
Una grave ingiustizia ha colpito una signora di Cortona, che si è vista vendere all’asta la propria casa, un immobile ristrutturato e indipendente, per un debito che si è poi rivelato inesistente. L’abitazione, che aveva un valore di oltre 250.000 euro, è stata venduta per circa 180.000 euro, ma il debito a giustificazione di tale vendita non era valido, dato che il contratto di mutuo che lo aveva originato era nullo.
La signora aveva concesso la sua casa come garanzia per due mutui contratti da due società per la gestione di un bar. Le rate dei mutui non erano state più pagate, portando la banca ad avviare la procedura di pignoramento dell’immobile nel 2018. Nonostante la donna e il suo legale avessero immediatamente presentato opposizione, la procedura di vendita all’asta è proseguita senza fermarsi, culminando con la vendita della casa nel febbraio del 2025.
Il tribunale dà ragione alla signora
Nel mese di marzo 2025, il Tribunale civile di Arezzo ha emesso una sentenza favorevole alla signora, annullando la procedura di pignoramento. Secondo il giudice, né la banca né la società di recupero crediti avevano i titoli legittimi per avviare il pignoramento e la vendita all’asta. Il motivo risiede nel fatto che i mutui non erano conformi alla legge. Il denaro non era stato effettivamente versato contestualmente alla firma del contratto, ma solo successivamente, dopo che la casa era stata assicurata e venivano compiuti altri adempimenti. Questo ha reso nullo il contratto di mutuo e, di conseguenza, tutta la procedura di recupero del credito.
Un danno irreparabile per la signora
La vicenda ha comportato un grave danno per la signora, che ha perso un bene di elevato valore a causa di un errore della banca e delle altre parti coinvolte. La casa che aveva rappresentato la sua sicurezza e il suo rifugio è stata sottratta ingiustamente, e il debito che giustificava questa perdita non aveva basi legali.
La situazione non si conclude con la sentenza del tribunale. La signora ha ora la possibilità di intraprendere una causa per il risarcimento del danno subito. Il caso mette in evidenza come le negligenze delle istituzioni bancarie possano condurre a ingiustizie devastanti per i cittadini. Il danno subito dalla signora non si limita alla perdita della casa, ma riguarda anche la violazione dei diritti fondamentali di un cittadino in difficoltà, che ha dovuto affrontare il peso di una decisione errata e ingiusta.
Conclusioni: un’ingiustizia che merita attenzione
Questa vicenda solleva importanti interrogativi sulla gestione dei contratti bancari e sulle procedure di recupero crediti. Mette in luce come le istituzioni possano agire in modo impreciso, danneggiando le persone più vulnerabili. Per la signora, la lotta per riavere la propria casa e il proprio diritto non è ancora finita, e potrebbe aprire la strada a un risarcimento per il danno subito. La giustizia deve tutelare chi si trova in difficoltà, e non chi ha commesso errori nell’esercizio delle proprie funzioni.
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