Chiudere la Partita IVA: Attenzione ai Debiti per Evitare Rischi Legali

Chiudere la partita IVA non cancella i debiti. Molti titolari di partita IVA credono erroneamente che, cessando l’attività, i debiti con l’Agenzia delle Entrate, l’INPS o altri creditori vengano eliminati. In realtà, i debiti restano e possono portare a sanzioni o pignoramenti anche dopo la chiusura.

Chiudere Partita IVA: uomo disperato che tiene le mani sul volto guardando un foglio di notifica.

Cosa succede ai debiti con Agenzia delle Entrate e INPS

La chiusura della partita IVA non esonera dal pagamento dei debiti fiscali o contributivi. L’Agenzia delle Entrate può avviare pignoramenti su conti bancari, immobili o stipendi se le somme dovute non vengono saldate. Anche l’INPS può intraprendere azioni legali per il recupero dei contributi non versati, sebbene sia possibile richiedere una rateizzazione.

Se la partita IVA resta inattiva per più di tre anni, l’Agenzia delle Entrate può chiuderla d’ufficio. Tuttavia, questa procedura non elimina i debiti preesistenti, che continueranno a essere esigibili.

Responsabilità verso banche e creditori privati

Per debiti contratti con banche, fornitori o altri creditori, la chiusura della partita IVA non offre protezione. Se il titolare di una ditta individuale non paga prestiti o fatture, i creditori possono avviare azioni legali, come decreti ingiuntivi, che potrebbero portare al pignoramento di beni personali. Questo accade perché il titolare è responsabile illimitatamente con il proprio patrimonio personale per i debiti aziendali.

Differenza tra ditte individuali e società

La responsabilità cambia a seconda della forma giuridica dell’attività:

  • Ditte individuali e liberi professionisti: il titolare risponde con il proprio patrimonio personale per i debiti aziendali, anche dopo la chiusura.
  • Società (Srl o Srls): la responsabilità è limitata al capitale sociale, proteggendo il patrimonio personale dei soci. Tuttavia, in caso di gravi irregolarità o mala gestione, i soci potrebbero rispondere con i propri beni.

Come chiudere correttamente la partita IVA

Per chiudere la partita IVA in modo corretto:

  1. Presentare il modello AA9/12 (persone fisiche) o AA7/10 (società) all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività.
  2. Cessare eventuali posizioni previdenziali presso l’INPS o altre casse professionali.
  3. Regolarizzare le posizioni debitorie, se possibile, o avviare piani di rateizzazione per evitare problematiche future.

In caso di debiti elevati e difficoltà nel saldo, è possibile valutare strumenti come la composizione della crisi da sovraindebitamento. Questo meccanismo consente di negoziare un piano di rimborso più sostenibile con i creditori, evitando conseguenze legali più gravi.

Conclusione

La chiusura della partita IVA non rappresenta una via d’uscita dai debiti. È fondamentale affrontare le pendenze in modo consapevole per evitare sanzioni, pignoramenti e altre azioni legali che potrebbero compromettere il patrimonio personale. Prima di procedere, consulta un professionista per valutare le migliori strategie di gestione del debito.

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