Contratto disdetto, ma arrivano ancora bollette e solleciti: cittadina marchigiana finalmente ottiene giustizia
Una vicenda che purtroppo suona familiare a molti: disdire un contratto di telefonia e internet, effettuare la migrazione verso un nuovo operatore, e ritrovarsi comunque a ricevere fatture non dovute. È ciò che è accaduto a una residente della provincia di Pesaro Urbino, che aveva deciso di chiudere il proprio contratto con un noto operatore telefonico per passare a un altro gestore. Nonostante la portabilità fosse andata a buon fine, l’operatore uscente ha continuato ad emettere fatture, ignorando le comunicazioni inviate dalla cliente e dal figlio.

Fatture e solleciti, poi l’incubo del recupero crediti
La situazione si è ulteriormente aggravata quando la compagnia ha affidato la pratica a una società di recupero crediti. La signora ha cominciato a ricevere continue lettere, avvisi e richieste di pagamento, aumentando stress e disagio, nonostante avesse agito nel pieno rispetto della normativa sul recesso.
Un’azione legale per fermare tutto
Dopo mesi di silenzio da parte dell’operatore, sono stati inviati atti formali di diffida: si chiedeva l’annullamento delle fatture, il rimborso delle somme pagate per errore e la cessazione immediata delle azioni di recupero. Solo il 17 marzo 2025, a distanza di mesi, la compagnia ha finalmente ammesso l’errore, stornando gli importi richiesti e rimborsando parzialmente quanto indebitamente incassato tramite bonifico.
Mesi di ansia e comunicazioni contraddittorie
La cliente ha vissuto mesi di forte tensione, ricevendo comunicazioni contraddittorie e vedendo ignorate le sue richieste di chiarimento. La situazione si è protratta nonostante la migrazione fosse già completata e nonostante le contestazioni formali presentate. È emerso anche che l’operatore inizialmente pretendeva una disdetta scritta, nonostante non fosse più necessaria, alimentando ulteriormente la confusione.
Una prassi purtroppo diffusa
Questa vicenda è solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio: alcuni operatori telefonici continuano a portare avanti comportamenti ambigui o scorretti, approfittando della difficoltà di molti consumatori nel districarsi tra normative, moduli e tempistiche.
Un invito a non restare in silenzio
La lezione è chiara: chi riceve bollette ingiustificate o solleciti dopo un recesso ha il diritto di reagire e può ottenere giustizia. È importante non cedere alle pressioni e rivolgersi a chi può tutelare i propri diritti.
Il diritto di recesso è garantito dalla legge: nessuno dovrebbe trovarsi a combattere mesi solo per farlo rispettare.
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