Fideiussione nulla: il Tribunale di Velletri revoca il pignoramento. Una sentenza che può salvare milioni di italiani
Un semplice prestito, un mutuo, un finanziamento. Quante volte capita di firmare documenti senza leggere ogni clausola? Tra questi, spesso si nasconde una garanzia insidiosa: la fideiussione.

Molti italiani si ritrovano a fare da garanti per prestiti altrui senza rendersi conto delle conseguenze. Una fideiussione può abbassare il rating creditizio personale e aziendale, rendendo più difficile ottenere nuovi finanziamenti. Inoltre, in tempi di crisi economiche, pandemie o conflitti internazionali, i tassi di interesse si impennano, aggravando ulteriormente le condizioni dei contratti bancari.
Una sentenza che fa la differenza
Il Tribunale di Velletri ha emesso una sentenza che può cambiare la vita di molte famiglie. Un decreto ingiuntivo emesso da una banca è stato revocato perché la fideiussione sottoscritta conteneva clausole illegittime. Il tribunale ha accertato la nullità parziale del contratto per violazione della normativa antitrust, evidenziando che lo schema utilizzato era conforme a quello imposto dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana), già riconosciuto come illegale dalla Cassazione (sentenza n. 41994/21).
Tradotto in parole semplici? La banca aveva inserito nel contratto delle regole scorrette, e il garante—che rischiava di pagare un debito non suo—non deve più nulla.
Quante persone sono nella stessa situazione?
Milioni. Questa sentenza non è un caso isolato. Moltissime fideiussioni contengono clausole vessatorie, e in molti casi potrebbero essere annullate. Il problema è che pochi ne sono a conoscenza e continuano a pagare somme che, legalmente, non sarebbero dovute.
Come difendersi?
Il diritto va esercitato. La soluzione è una sola: far controllare la propria documentazione da esperti. Nel 90% dei casi, una verifica accurata può portare allo scioglimento della fideiussione e alla revoca di richieste di pagamento ingiuste.
Conoscere queste informazioni è fondamentale per difendersi e non cadere in trappole che possono avere conseguenze devastanti. La sentenza di Velletri lo dimostra: essere informati e agire può fare la differenza tra perdere tutto e ottenere giustizia.
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