Finanziamento contestato: agrigentino vince in tribunale contro società di recupero crediti

Un cittadino agrigentino si è visto notificare un decreto ingiuntivo con una richiesta di pagamento di oltre 13.000 euro per un finanziamento non saldato. Tuttavia, non solo è riuscito a dimostrare l’infondatezza della richiesta, ma ha anche ottenuto il risarcimento delle spese legali sostenute per difendersi in giudizio.

Finanziamento contestato: uomo sereno e contento che apre le braccia di fronte alle colline.

La richiesta di pagamento e il decreto ingiuntivo

La vicenda ha avuto inizio quando la società di recupero crediti Ifis ha avanzato una richiesta di pagamento nei confronti dell’agrigentino, sostenendo che quest’ultimo fosse debitore di una somma pari a 13.000 euro per il mancato pagamento di rate relative a un finanziamento concesso da Findomestic. La società agiva in seguito alla cessione del credito, ovvero al trasferimento del diritto di riscossione del debito originario dalla finanziaria Findomestic alla stessa Ifis.

Nel tentativo di ottenere il pagamento, Ifis ha emesso un decreto ingiuntivo, una procedura che consente ai creditori di richiedere il saldo di una presunta obbligazione in maniera rapida e diretta, senza bisogno di un processo ordinario. Oltre alla somma contestata, la società ha chiesto anche la copertura delle spese legali.

L’opposizione e la difesa in tribunale

L’agrigentino, assistito dall’avvocato Margherita Bruccoleri, ha deciso di non rimanere inerte di fronte alla richiesta e ha presentato opposizione al decreto ingiuntivo, sostenendo che il credito vantato da Ifis fosse privo di fondamento. Nella sua difesa, ha evidenziato due aspetti cruciali:

  1. L’insussistenza del credito – Il cittadino ha contestato la richiesta, affermando che non vi fossero prove concrete a dimostrare la legittimità della somma pretesa.
  2. La mancanza dei requisiti di legge nella cessione del credito – Secondo la difesa, la cessione del credito da Findomestic a Ifis non rispettava i criteri previsti dalla normativa vigente, rendendo quindi nullo qualsiasi diritto della società di recupero crediti a pretendere il pagamento.

La sentenza del tribunale

Dopo aver esaminato gli atti e le argomentazioni presentate dalle parti, il Tribunale di Agrigento ha accolto la tesi difensiva dell’agrigentino, stabilendo che Ifis non era stata in grado di provare né la legittimità della cessione del credito né la sua effettiva riconducibilità al presunto debitore.

Di conseguenza, il giudice ha disposto la revoca del decreto ingiuntivo e ha certificato l’inesistenza del credito richiesto. Non solo l’agrigentino non dovrà corrispondere alcuna somma alla società di recupero crediti, ma ha anche ottenuto il rimborso delle spese legali sostenute per difendersi dalla pretesa infondata.

Un’importante vittoria per i consumatori

Questo caso rappresenta un precedente significativo per tutti coloro che si trovano a ricevere richieste di pagamento da parte di società di recupero crediti. Spesso, tali società acquisiscono crediti senza fornire la documentazione necessaria a dimostrare la legittimità della loro richiesta, puntando sul fatto che molti debitori, per paura o disinformazione, non si oppongano legalmente.

L’esito favorevole per l’agrigentino dimostra che è sempre fondamentale verificare la fondatezza delle richieste ricevute e, se necessario, ricorrere alla tutela legale per evitare di pagare somme non dovute.

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