Il cliente ha diritto alla documentazione bancaria anche dopo 30 anni

Pubblicata su IlCaso.it – Sezione Giurisprudenza, n. 32888 del 29 marzo 2025
Tribunale di Bari, Sentenza del 13 marzo 2025
Una sentenza destinata a fare giurisprudenza arriva dal Tribunale di Bari e rafforza i diritti dei consumatori nei rapporti con le banche. Con un provvedimento che può essere considerato una vera e propria pietra miliare, il giudice ha sancito che il cliente ha diritto a ricevere copia degli estratti conto e del contratto originario del conto corrente anche a distanza di 30 anni dalla chiusura del rapporto bancario.
Il caso
Tutto nasce dalla richiesta di una correntista che, pur avendo chiuso il proprio conto corrente da decenni, ha domandato alla banca la documentazione relativa al rapporto: nello specifico, gli estratti conto e l’originale del contratto di apertura. L’istituto di credito si è opposto, sostenendo che un termine così lungo facesse decadere ogni obbligo di risposta e che il rapporto si fosse chiuso nel momento in cui era stato “segnalato a sofferenza”.
Ma il giudice ha rigettato questa linea difensiva, affermando che la banca non può sottrarsi a tale obbligo neanche a distanza di decenni, soprattutto quando vi sono interruzioni dei termini di prescrizione che, nel corso del tempo, riattivano i diritti del cliente.
I principi ribaditi dal Tribunale
La sentenza, oltre a risolvere il caso concreto, ribadisce e chiarisce alcuni principi fondamentali che rafforzano le tutele in favore del consumatore bancario:
- Il termine di prescrizione può essere interrotto nel tempo per diversi motivi, e dunque non è corretto fare riferimento esclusivo alla data di estinzione del rapporto come momento in cui scatta la decadenza dei diritti.
- Il diritto del cliente a ottenere copia della documentazione bancaria è un diritto sostanziale, non una semplice facoltà subordinata al tempo o alle intenzioni del richiedente.
- L’art. 119, comma 4, del Testo Unico Bancario (D.lgs. n. 385/1993) attribuisce al cliente il diritto di ricevere, dietro richiesta scritta, copia della documentazione relativa alle operazioni effettuate. Questo diritto:
- Non è soggetto a particolari limiti temporali rigidi se vi sono state interruzioni della prescrizione.
- Non è vincolato alla motivazione o alla destinazione d’uso della documentazione: il cliente non è tenuto a spiegare perché ne ha bisogno.
- Il principio di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto (buona fede in executivis) impone all’istituto bancario di collaborare in modo trasparente e leale con il proprio cliente, anche quando il rapporto si è concluso da tempo.
Perché è una decisione importante
Molto spesso le banche, nel tentativo di ostacolare azioni legali o richieste di chiarimento su presunte irregolarità passate, invocano la prescrizione o l’impossibilità di reperire documenti risalenti nel tempo. La sentenza del Tribunale di Bari smentisce questa prassi e apre la strada a maggiori possibilità per i clienti di far valere i propri diritti, anche a distanza di molti anni.
In particolare, per chi desidera contestare addebiti o comportamenti scorretti da parte della banca — come interessi anatocistici, commissioni non pattuite, spese ingiustificate — il recupero degli estratti conto diventa fondamentale per ricostruire la storia del rapporto e verificare eventuali violazioni.
In conclusione
Questa decisione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei clienti bancari, ribadendo che le banche non possono farla franca invocando la decadenza dei diritti quando ci sono elementi che ne impediscono la prescrizione.
La documentazione bancaria non è solo un atto amministrativo: è uno strumento di verità e trasparenza, a tutela del cliente e — indirettamente — del sistema bancario stesso.
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