Livorno, multa da 22 euro diventa un incubo da oltre 1.500 euro: l’assurda storia di Francesco
Multato per pochi minuti di sosta extra, vince un ricorso ma finisce in una spirale giudiziaria che lo porta a rischiare il pignoramento per un debito enorme.

Francesco, residente a Livorno nel 2017, parcheggia regolarmente la sua auto sugli scali d’Azeglio. Dopo aver acquistato un ticket, ritorna per trovarsi una multa da 22 euro per aver sforato di venti minuti. “La ritenevo ingiusta – racconta Francesco – perché l’errore era minimo, e avevo comunque pagato per il parcheggio.” Convinto della sua posizione, decide di fare ricorso al giudice di pace, che gli dà ragione.
Ma la vicenda non si conclude qui.
Da 22 a oltre 1.500 euro: il peso della giustizia
Nel 2018, il Comune di Livorno, insoddisfatto della sentenza, fa appello. Durante il procedimento, una nuova pronuncia della Cassazione ribalta le carte in tavola, e Francesco si ritrova condannato a pagare non solo la multa, ma anche le spese processuali del primo e del secondo grado di giudizio. Il conto? 1.364 euro.
Francesco però non riceve notifica della sentenza. “Non sapevo nulla fino a pochi giorni fa, quando mi è stato recapitato un atto di precetto. Ora mi chiedono 1.562 euro, e mi minacciano di pignoramento se non pago entro breve.”
Un sistema che schiaccia i cittadini
Francesco, amareggiato e sconfortato, non nega il pagamento: “Pagherò, forse a rate, ma lo farò. Quello che mi lascia incredulo è l’enorme sproporzione. Per una multa di 22 euro, dovuta a un banale sforamento, ora rischio il pignoramento.”
L’ingiustizia che sente di aver subito non è solo economica, ma anche morale. “Avevo già pagato quel parcheggio, e lo sforamento era minimo. Mi domando se fosse davvero necessario avviare il pignoramento per una somma così irrisoria all’origine. È un accanimento che lascia senza parole.”
Una riflessione amara
Questa storia accende i riflettori su come un sistema burocratico possa trasformare una piccola violazione in un incubo economico per i cittadini. Francesco è l’esempio di come una gestione inflessibile e meccanica possa generare sofferenza, schiacciando chi cerca di far valere le proprie ragioni.
E la domanda resta: era davvero necessario arrivare a tanto?
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