Messina, il dramma di un invalido: bollette da 50 mila euro per un consumo irreale

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Un sistema di recupero crediti spietato ha colpito duramente il signor Villì, un pensionato invalido all’80%, a cui sono state recapitate bollette idriche astronomiche per un totale di 50.121 euro, da pagare entro 30 giorni. Questa cifra esorbitante, che rappresenta un consumo d’acqua incompatibile con un appartamento singolo e inutilizzato dal 2015 al 2018, è il risultato di anni di contenziosi e incomprensioni con l’Amam, l’azienda responsabile della gestione idrica a Messina.

Un debito impossibile e la minaccia di azioni coercitive

Il signor Villì contesta da anni queste bollette, inviando lettere, PEC e diffide per sottolineare l’assurdità del presunto consumo attribuitogli. Ma anziché ricevere comprensione, si è visto offrire una rateizzazione e, come alternativa, la minaccia di prelievi forzati dalla pensione o il pignoramento dei suoi beni. “È una situazione inaccettabile,” afferma il pensionato, “non posso pagare una cifra simile per un appartamento che non utilizzo.”

Le dichiarazioni di Amam e il peso del sistema

Il presidente di Amam, Alessandro Alibrandi, ha dichiarato la sua disponibilità a verificare personalmente il contatore e le bollette, promettendo di recarsi al domicilio del signor Villì se necessario. Tuttavia, il problema non riguarda solo un caso isolato. L’Amam ha incaricato società esterne per il recupero di crediti insoluti, passando spesso a misure drastiche come decreti ingiuntivi e pignoramenti, colpendo anche persone vulnerabili.

Il caso del signor Villì è emblematico delle ingiustizie di un sistema che sembra ignorare le difficoltà dei cittadini più fragili. In un contesto dove il 44% degli utenti è moroso, la strategia di recupero crediti colpisce indiscriminatamente, spesso senza verifiche adeguate. Nel frattempo, utenti con difficoltà economiche reali sono lasciati senza alternative, costretti a scegliere tra la dignità e il pagamento di cifre insostenibili.

Un appello per una riforma del sistema

Questo caso evidenzia l’urgenza di un approccio più umano e trasparente nella gestione dei crediti, soprattutto verso chi è in difficoltà. La storia del signor Villì non è solo un dramma personale, ma un grido d’aiuto che dovrebbe spingere le istituzioni a intervenire per proteggere i cittadini dai potenziali abusi del sistema.

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