Mutui e prestiti: 15 miliardi di rate non pagate dalle famiglie italiane
L’indebitamento delle famiglie italiane continua a crescere, con cifre preoccupanti che evidenziano le difficoltà economiche in cui versa il Paese. Secondo gli ultimi dati, al marzo scorso i crediti deteriorati delle famiglie hanno raggiunto quota 14,9 miliardi di euro, suddivisi tra mutui non pagati (6,8 miliardi), credito al consumo (3,7 miliardi) e arretrati su prestiti personali (4,3 miliardi).

Il peso dell’aumento dei tassi di interesse
La situazione è particolarmente critica per i titolari di mutui a tasso variabile, che hanno subito un impatto significativo dall’aumento del costo del denaro. In meno di un anno, la Banca Centrale Europea ha portato i tassi dallo 0% al 4%, rendendo più oneroso il pagamento delle rate. Attualmente, i mutui a tasso variabile rappresentano circa un terzo dell’intero ammontare dei prestiti immobiliari in Italia, per un totale di 140 miliardi su un totale di 425 miliardi erogati.
Questa impennata dei tassi ha colpito duramente molte famiglie, già provate dalle difficoltà economiche legate al periodo post-pandemia. Invece di sostenere chi si trova in difficoltà, il sistema ha risposto con un ulteriore inasprimento delle condizioni di credito, mettendo a rischio la stabilità finanziaria di milioni di persone.
Come tutelarsi in caso di difficoltà nel pagamento delle rate
Chi si trova in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo o di altri prestiti può agire per tutelarsi legalmente. Un primo passo è inviare una raccomandata o una PEC alla banca, con una richiesta ufficiale di sospensione del pagamento per un periodo compreso tra i 12 e i 18 mesi. Un possibile testo potrebbe essere:
“Con la presente, in riferimento al mio mutuo/prestito, richiedo una sospensione di 12/18 mesi per una momentanea difficoltà economica. È mia intenzione adempiere ai pagamenti e, con la presente, vi diffido dal segnalarmi in sofferenza per non arrecarmi ulteriori problemi.”
Questa comunicazione può rivelarsi utile in tre possibili scenari:
- La banca accetta la richiesta, concedendo la sospensione del pagamento e offrendo una soluzione temporanea al problema.
- La banca rifiuta, ma il cliente dispone di un documento che attesta la volontà di pagare. In caso di azioni legali da parte dell’istituto di credito (decreto ingiuntivo, pignoramento, segnalazione), sarà possibile difendersi con buone probabilità di successo, poiché la legge impone alle banche di concedere sospensioni in situazioni di difficoltà.
- La banca è costretta a dichiarare per iscritto la propria posizione, fornendo così al cliente un documento ufficiale che potrà essere utilizzato per difendersi in sede legale.
Difendere i propri diritti è fondamentale
È importante ricordare che la banca è un’azienda privata e, come tale, deve rispettare le normative vigenti. Non può agire arbitrariamente, e chi si trova in difficoltà ha il diritto di chiedere misure di sostegno senza subire conseguenze ingiuste.
Il diritto non va chiesto, va esercitato. Se oggi le rate non pagate ammontano a 15 miliardi di euro, domani potrebbero tradursi in pignoramenti per migliaia di famiglie. Difendersi significa proteggere non solo il proprio patrimonio, ma anche la propria dignità e il proprio futuro.
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