Perde casa e lavoro: la legge salva-suicidi evita il peggio
Mario e il riscatto di una vita: soffocato dai debiti arriva a pensare al gesto estremo, ma supera le difficoltà grazie alla norma del 2012

Mario (nome di fantasia), operaio cinquantenne della provincia di Bergamo, aveva raggiunto un punto di non ritorno. Schiacciato da debiti per oltre 100 mila euro, aveva perso sia il lavoro che la casa, trovandosi a dormire in auto e a dover gestire quotidianamente le chiamate incessanti dei recuperatori crediti. La disperazione era tale da portarlo a pensare al gesto estremo.
La svolta
La svolta è arrivata grazie alla legge 3 del 2012, conosciuta come la “salva-suicidi”, che offre un meccanismo di aiuto concreto per chi si trova in una spirale di sovraindebitamento. Questa normativa consente di accedere a procedure di composizione delle crisi, grazie alle quali è possibile elaborare un piano di rientro parziale del debito e ottenere la cancellazione del restante importo. L’intero processo è supervisionato da organismi accreditati presso il Ministero della Giustizia, che valutano la situazione del debitore e nominano un gestore della crisi, spesso un avvocato o un commercialista.
Nel caso di Mario, la procedura si è conclusa con una sentenza favorevole da parte del Tribunale di Bergamo. La legge prevede che il piano di rientro duri dai tre ai sei anni, durante i quali si ripaga solo una parte del debito. Una condizione fondamentale è che il debitore non abbia agito con dolo o malafede nella creazione del debito.
Questa vicenda non è isolata. Negli ultimi anni, sempre più famiglie e imprese si sono trovate nella stessa situazione, a causa di una combinazione di crisi economica, caro vita, caro mutui e caro bollette. Molte persone si trovano sul filo del rasoio: basta un aumento imprevisto delle spese per innescare una catena di eventi che porta all’insolvibilità. Oltre ai problemi economici, il peso psicologico della situazione debitoria può diventare insostenibile, con chiamate pressanti e atteggiamenti vessatori da parte dei creditori.
La legge 3 del 2012 rappresenta, per molti, una via d’uscita e un’opportunità di ricostruire la propria vita. Per Mario, il percorso verso il riscatto è stato difficile, ma alla fine ha ritrovato la dignità e la speranza di un futuro migliore.
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