Tari non pagata da un parente defunto: il perseguitato vince il ricorso
La Corte di Giustizia Tributaria ha annullato un’ingiunzione fiscale da quasi 2.000 euro emessa nei confronti di un erede, accusato di omessi pagamenti relativi alla Tari di un parente defunto. La vicenda mette in luce irregolarità nelle procedure di notifica e la tutela dei diritti dei contribuenti.

Il caso
L’ingiunzione contestata, di 1.840 euro, si basava su avvisi di accertamento notificati a una persona deceduta. Tuttavia, il parente erede ha dimostrato che il contribuente, prima del decesso, aveva trasferito la residenza, comunicando al Comune che l’immobile oggetto degli avvisi era privo di utenze.
Nonostante le comunicazioni e una sentenza precedente che aveva annullato una prima ingiunzione, il Comune di Caserta e la società incaricata della riscossione, Publiservizi, hanno emesso un nuovo provvedimento sulla stessa pretesa creditoria.
La decisione della Corte
La Corte ha stabilito che né il Comune né Publiservizi hanno fornito prove valide della corretta notifica degli avvisi di accertamento e ha evidenziato come l’ingiunzione fiscale facesse riferimento a somme già annullate nel 2022. Pertanto, ha nuovamente annullato l’ingiunzione e condannato gli enti al pagamento delle spese legali.
Questa sentenza sottolinea l’importanza di una gestione trasparente e precisa delle notifiche da parte delle pubbliche amministrazioni e ribadisce la necessità di rispettare i diritti dei cittadini, evitando procedure vessatorie nei loro confronti.
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