Rimborsi 730: attese più lunghe per chi supera certe soglie. Cosa sapere per non farsi trovare impreparati
I rimborsi fiscali rappresentano un diritto dei cittadini che hanno pagato importi in eccesso, commesso errori nelle dichiarazioni o possono beneficiare di agevolazioni previste dalla legge. Questi rimborsi riguardano principalmente imposte, tasse e contributi previdenziali.

Come ottenere un rimborso
Per accedere al rimborso, è necessario presentare una richiesta tramite la dichiarazione dei redditi, dove si indicano crediti, detrazioni e deduzioni spettanti. Il modello 730, spesso utilizzato per queste finalità, consente di velocizzare il processo, specie per chi ha un datore di lavoro o un ente pensionistico che funge da sostituto d’imposta.
I rimborsi, in genere, vengono accreditati direttamente sul conto corrente indicato o tramite assegno postale. È cruciale fornire coordinate bancarie corrette per evitare ritardi. In alcuni casi, i crediti fiscali possono essere utilizzati automaticamente per saldare eventuali debiti pregressi con l’Erario.
Tempistiche e ritardi
I rimborsi del modello 730 sono normalmente erogati entro quattro mesi dalla scadenza per la presentazione della dichiarazione. Tuttavia, per cifre superiori a 4.000 euro o in caso di incongruenze nei dati, l’Agenzia delle Entrate può avviare controlli preventivi che ritardano l’erogazione.
Per l’anno in corso, la scadenza per l’invio della dichiarazione è febbraio 2025. Chi ha presentato il modulo nei tempi previsti potrebbe ricevere il rimborso entro i primi sei mesi del nuovo anno. Per chi ritarda l’invio, i tempi di attesa saranno proporzionalmente più lunghi.
Come verificare lo stato del rimborso
In caso di ritardi, è possibile monitorare la propria situazione accedendo al portale dell’Agenzia delle Entrate, dove si può verificare lo stato della dichiarazione e del rimborso. Se la situazione non si sblocca, si può presentare un sollecito formale o, nei casi più gravi, avviare un’azione legale per tutelare i propri diritti.
Conserva sempre le ricevute e i documenti relativi alla dichiarazione dei redditi per almeno dieci anni, in modo da poter dimostrare il diritto a eventuali rimborsi non ancora ricevuti. Ricorda che il diritto al rimborso si prescrive trascorso questo periodo, salvo eventuali comunicazioni ufficiali.
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