Sentenza storica a Latina: banca condannata per usura su prestito con polizza assicurativa
Il Tribunale di Latina ha emesso una sentenza significativa il 18 aprile 2025, riconoscendo l’usura in un contratto di prestito sottoscritto nel 2009. Il caso riguarda un pensionato che ha pagato rate mensili per dieci anni, versando complessivamente più del triplo della somma ricevuta.

Dettagli del caso
Il contratto prevedeva un Tasso Annuo Nominale (TAN) del 5,7%, ma includendo tutti i costi, tra cui una polizza assicurativa onerosa, il Tasso Effettivo Globale (TEG) raggiungeva il 29,88%, superando il tasso soglia del 13,77% vigente all’epoca. Il giudice ha dichiarato la nullità del contratto ai sensi dell’art. 1815 del Codice Civile, condannando la banca alla restituzione degli interessi percepiti, pari a quasi 16.000 euro.
Principi giurisprudenziali applicati
La decisione si basa su principi affermati dalla Corte di Cassazione, in particolare con l’ordinanza n. 3460/2024, che stabilisce che i premi assicurativi versati in funzione della stipula del contratto di finanziamento costituiscono parte del costo totale del credito e devono essere computati nel calcolo del tasso soglia di usura. Anche l’ordinanza n. 29501/2023 ribadisce che le spese assicurative devono essere conteggiate ai fini della valutazione dell’usura quando risultano collegate alla concessione del credito.
Implicazioni future
L’istituto bancario ha presentato appello, con la prima udienza fissata per il 22 aprile 2025 presso la Corte Territoriale di Roma. Tuttavia, la sentenza rappresenta un importante precedente per altri consumatori in situazioni simili, sottolineando l’obbligo per le banche di rispettare rigorosamente i limiti imposti dalla normativa antiusura, considerando tutti i costi applicati al cliente, inclusi quelli apparentemente accessori come le polizze assicurative.
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