Società di recupero crediti o professionisti dello stalking? Il caso di Certa Credita solleva dubbi e indignazione

Le società di recupero crediti dovrebbero agire nel rispetto della legge e della dignità delle persone, ma il caso di Certa Credita, con sede a Campo Calabro (Reggio Calabria), mette in discussione questi principi. Questa società, che si presenta come operante per conto di un soggetto bancario, sembra aver superato il limite tra legittimo recupero crediti e molestie reiterate.
Stalking telefonico travestito da recupero crediti
Un lettore ha raccontato di essere stato bersagliato per settimane da chiamate incessanti, provenienti da numeri sempre diversi, su cellulare e telefono fisso. Le chiamate arrivano nei momenti più inopportuni, come durante riunioni di lavoro o nella vita privata. Ogni richiesta di interrompere questi contatti è stata ignorata.
Non solo: queste chiamate includono richieste insistenti di fornire dati sensibili come nome e cognome, codice fiscale e dettagli personali, senza che il destinatario abbia alcuna certezza sull’identità del chiamante. In pratica, si tratta di una violazione della privacy in piena regola.
Domande senza risposta: dov’è il rispetto per la privacy?
Chi ha fornito a Certa Credita il numero di telefono della persona contattata? E, soprattutto, in che modo questa società ha ottenuto l’autorizzazione a utilizzarlo per molestie continue? Il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) è al corrente di simili abusi?
In un’epoca in cui la privacy è un diritto fondamentale, è inconcepibile che presunti debiti di pochi euro – spesso per piccoli sconfinamenti o errori bancari – portino a un tale livello di invasione nella vita dei cittadini.
“Professionalità ed etica”, davvero?
Sul sito di Certa Credita si legge che la società si impegna nel “rispetto del codice etico e deontologico” e si vanta di numerose certificazioni. Tuttavia, i comportamenti segnalati sembrano raccontare un’altra storia. Le chiamate non autorizzate, le modalità aggressive e l’insistenza rasentano – se non superano – la soglia dello stalking.
Non è solo una questione di forma. Chiamando il numero ufficiale indicato sul sito, non si riesce nemmeno a ottenere informazioni chiare: l’operatore si dichiara impossibilitato a trasferire la chiamata e, dopo ulteriori tentativi, non risponde più.
La società è amministrata da Alessandra Curatolo, mentre su LinkedIn compare Luigi Curatolo come amministratore unico, con Carlo Losco tra i membri del consiglio di amministrazione. Ma le procedure poco trasparenti e le modalità operative sollevano domande su quanto siano realmente rispettati i diritti dei cittadini.
Un appello al Garante e alle banche
Questo caso non è isolato e fa emergere una problematica più ampia: il ricorso da parte delle banche a società di recupero crediti che operano senza rispettare norme basilari di trasparenza e tutela dei dati personali. È necessario che il Garante per la Privacy indaghi su Certa Credita e su casi analoghi, per verificare se siano state commesse violazioni.
Inoltre, le banche dovrebbero gestire direttamente eventuali irregolarità nei conti dei clienti, senza delegare a soggetti terzi comportamenti che danneggiano l’immagine del sistema bancario e la fiducia dei cittadini.
Il recupero crediti non può e non deve trasformarsi in una forma di persecuzione.
Contattaci al 0521247673 e seguici sui nostri social.
FB: https://www.facebook.com/presidentedeciba
TikTok: https://www.tiktok.com/@gaetanovilno