Tassi usurari nei mutui: una vittoria per i consumatori

Tassi usurari: segnale di Stop

Il Tribunale di Brindisi ha annullato gli interessi moratori usurari di un contratto di mutuo, riducendo sensibilmente il debito di un consumatore in difficoltà economica.

Una recente sentenza del Tribunale di Brindisi, la n. 1401/2024, ha segnato una svolta per i diritti dei consumatori. Il giudice ha dichiarato usurari gli interessi moratori pattuiti in un contratto di mutuo, rendendoli nulli e inesigibili. La decisione ha comportato una significativa riduzione del debito di un consumatore che, in condizioni economiche difficili, non era più in grado di sostenere i pagamenti delle rate.

Il caso in dettaglio

Un consumatore aveva stipulato un contratto di mutuo con una nota società finanziaria per un importo di 56.000 euro, da restituire in 120 rate mensili da 695,10 euro ciascuna. Il costo complessivo del mutuo, comprensivo di interessi e spese, ammontava a ben 83.412 euro, suddivisi in:

  • 21.989 euro per interessi;
  • 5.423 euro per spese assicurative.

Con l’aumento del costo della vita, il consumatore ha iniziato a incontrare difficoltà nel rispettare i pagamenti. Le rate non saldate hanno comportato l’applicazione di pesanti interessi di mora, facendo lievitare ulteriormente il debito. La situazione è precipitata quando la banca ha notificato un decreto ingiuntivo, chiedendo il pagamento immediato di tutte le rate arretrate e del residuo dovuto, maggiorato degli interessi di mora.

Assistito da un legale, il consumatore ha deciso di presentare opposizione al decreto ingiuntivo, contestando la usurarietà e la vessatorietà di alcune clausole contrattuali, in particolare:

  1. Il pagamento immediato delle rate scadute e impagate;
  2. La capitalizzazione del capitale residuo con una penale;
  3. L’applicazione di un tasso di mora del 14,60% annuo;
  4. Un’ulteriore indennità del 10% sulle rate scadute e impagate.

Secondo la difesa, la somma di queste condizioni generava un tasso complessivo superiore al tasso soglia, violando la normativa antiusura (Legge n. 108/1996) e l’art. 1815 del Codice Civile, che sancisce la nullità degli interessi usurari.

I risultati della perizia tecnica

Un consulente tecnico d’ufficio (CTU) nominato dal Tribunale ha confermato le contestazioni, calcolando un TAEG effettivo del 129,408%, un valore ben oltre il limite legale del 19,3625% fissato per il periodo di riferimento (gennaio-marzo 2013). Questo calcolo includeva:

  • I costi assicurativi obbligatori;
  • Le penali contrattuali;
  • Gli interessi di mora.

La decisione del Tribunale di Brindisi

Con sentenza del 17 settembre 2024, il Tribunale ha accolto l’opposizione, dichiarando nulli e inesigibili gli interessi moratori. La decisione si è basata sull’interpretazione della legge antiusura, come chiarito dalla Suprema Corte (Cass. Civ., S.U., n. 19597/2020), secondo cui:

  • Gli interessi moratori rientrano nella disciplina antiusura;
  • Il superamento del tasso soglia comporta la nullità delle clausole relative ai costi per ritardi nei pagamenti.

Pur riconoscendo la validità degli interessi corrispettivi al tasso concordato del 6,95%, il giudice ha stabilito che i costi aggiuntivi legati ai ritardi, inclusi quelli assicurativi e di istruttoria, hanno portato il tasso annuo effettivo globale (TAEG) ben oltre i limiti consentiti.

Questa sentenza rappresenta una vittoria significativa per i consumatori, riequilibrando il rapporto spesso sbilanciato tra mutuatari e istituti finanziari. L’eliminazione delle clausole vessatorie ha evitato che il consumatore, già in difficoltà economiche, fosse ulteriormente penalizzato da costi illegittimi.
In caso di dubbi sul proprio contratto di mutuo, è fondamentale:

  1. Verificare il TAEG applicato, comparandolo con il tasso soglia della Banca d’Italia;
  2. Consultare un legale o un esperto finanziario, per valutare eventuali anomalie contrattuali;
  3. Agire tempestivamente, presentando un reclamo formale all’istituto di credito o ricorrendo in Tribunale se necessario.

La sentenza di Brindisi è un esempio concreto di come sia possibile difendersi dalle clausole abusive e ottenere giustizia, anche in situazioni apparentemente disperate.

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